Il documento adesso è all'esame del Governo, poi passerà in tempi brevi alla Sisac per le trattative finali
Anche per i medici di famiglia - come richiesto nei giorni scorsi dal segretario Fimmg Silvestro Scotti - si sblocca l’Atto d’indirizzo per il rinnovo della convenzione di medici di famiglia e pediatri 2019-2021. Adesso il documento è all'esame del Governo che, una volta fornito il via libera, passerà alla Sisac per la convocazione dei sindacati. C'è da dire che rispetto al precedente Acn (2016-2018) ci saranno ben poche novità, anche perché l'accordo ultimo di fatto aveva già implementato la riorganizzazione della medicina generale con l'adesione di tutto il personale convenzionato alle forme organizzative monoprofessionali (AFT) ed a quelle multiprofessionali (UCCP) per avviare l’attività aggregata a vari livelli di medici, pediatri e specialisti, per garantire la presa in carico dell’assistito e la risposta continua ai bisogni di salute. Tutto comunque ruota attorno alla presa in carico dell'assistito con malattia cronica, dal processo vaccinale fino al ricorso all'assistenza ospedaliera.
C'è da dire che in questo contesto, spicca il no della Fimmg alle case di comunità, soprattutto nei piccoli centri "Oggi, a causa di errori nella programmazione che hanno sottovalutato le dimensioni di un pensionamento anagrafico, evento che Fimmg ha annunciato da almeno vent’anni, i MMG, che sono la porta di accesso al sistema sanitario nazionale, sono clamorosamente carenti. Per questo è estremamente grave che anche questo fondamentale e prezioso servizio sia fra quelli che sta venendo a mancare, in primis nei piccoli comuni. Il paradigma delle Case di comunità declinato dal PNRR come soluzione unicista, sembra andare tristemente proprio in questa direzione: aumentare le distanze fra i cittadini e il loro medico di famiglia, concentrando nei grandi centri i pochi medici disponibili e costringendo la popolazione anziana a spostamenti continui per poter gestire le loro cronicità e fragilità nonostante molti necessitino di un’assistenza capillare che trova soluzioni nella domiciliarità e nelle cure "a chilometro zero", si legge in una nota.
Tuttavia il Governo sembra non voglia recedere da un percorso ormai delineato anche dalla precedente legislatura. E se la Fimmg parla ancora di carenza di personale, nel testo del nuovo Acn si punta invece allo sviluppo delle AFT e UCCP che “necessiteranno della fornitura di personale con priorità per le forme organizzative operanti nelle Case di Comunità ovvero dei medici operanti nelle aree disperse o disagiate, e di strumenti diagnostici assegnati ai sensi del DM 29 luglio 2022”.
Nelle Case della Comunità i medici di medicina generale, unitamente ai pediatri di libera scelta, agli specialisti ambulatoriali ed ai dipendenti medici, sanitari ed amministrativi, operano in modo stabile, ovvero prevalente, parziale o in raccordo. Tutti i medici del ruolo unico di assistenza primaria ed i pediatri appartenenti all’AFT garantiscono l’assistenza a tutti gli assistiti dalle ore 8,00 alle ore 20,00, sette giorni su sette, con alternanza articolata dell’apertura degli studi ovvero presso la sede di riferimento della AFT. Dalle ore 20,00 alle ore 24,00 l’Azienda garantisce l’assistenza a tutti i cittadini con i medici del ruolo unico di assistenza primaria ad attività oraria presso la sede della Casa di Comunità o altra sede, ovvero consentendo lo svolgimento presso la sede di riferimento della AFT.
I medici del ruolo unico di assistenza primaria ad attività oraria forniscono, inoltre, l’assistenza notturna avanzata (24,00-8,00) secondo il modello organizzativo determinato dalla programmazione regionale con l’adozione della Centrale Unica o del Numero Unico Europeo 116117 o comunque con un’organizzazione che consenta una ridotta presenza fisica dei medici. In tale ottica l’ACN della medicina generale potrà determinare una decisa evoluzione del ruolo unico dei medici di assistenza primaria, fornendo le indicazioni per la definitiva attuazione dello stesso sin dall’assegnazione degli incarichi affidati dall’entrata in vigore del testo negoziale.
La pubblicazione per il ruolo unico di assistenza primaria dovrà definitivamente avvenire con assegnazione, nel limite della copertura delle ore disponibili, di un incarico ad attività oraria a tempo pieno (38 ore) e con obbligo di contemporanea apertura dello studio per lo svolgimento di attività a ciclo di scelta. Lo svolgimento delle due attività dell’incarico (oraria/ciclo di scelta) comporta - si legge su Quotidiano Sanità - l’introduzione di un meccanismo dinamico di contemperamento delle ore rispetto al carico assistenziale, nell’ambito dell’impegno settimanale a tempo pieno. Per la copertura degli incarichi disponibili, nel limite del massimale orario/scelte già definito dall’ACN vigente (38 ore) e con adozione del medesimo meccanismo dinamico citato, i medici già incaricati di assistenza primaria a ciclo di scelta all’entrata in vigore dell’ACN potranno completare l’impegno settimanale con attività a rapporto orario e i medici a rapporto orario (a 24 ore) potranno completare l’incarico fino alle 38 ore con contestuale iscrizione nell’elenco di scelta ed apertura dello studio medico nell’ambito della AFT di appartenenza.
Per quanto riguarda la pediatria di libera scelta, al fine di rendere l’individuazione degli ambiti carenti più aderenti al numero di assistibili presenti nell’ambito stesso, l’ACN - spiega Quotidiano Sanità - dovrà rivedere il sistema di calcolo del rapporto ottimale tenendo conto degli assistibili 0-14 decurtati degli assistiti 7-14 già in carico ai medici del ruolo unico di assistenza primaria. Contestualmente, per il medesimo settore, a conferma di quanto definito nel vigente ACN, la contrattazione esiterà un massimale pari a 1000 assistiti che includa indifferentemente tutte le scelte, ordinarie ed in deroga. Nei casi di mancanza delle predette strutture, o a causa dell’impossibilità di organizzare l’assistenza territoriale presso le stesse, le presenti linee di indirizzo vengono declinate per i medici ed i pediatri, comunque inseriti nell’assetto organizzativo definito dalla regione (AFT ed UCCP), adottando procedure informatizzate ed individuando la rete specialistica e diagnostica di prossimità. In tali casi, identificati dall’Azienda e/o dalla Regione, l’impegno delle disponibilità regionali per personale e strumenti diagnostici è riferito anche individualmente.
Attesa la difficoltà di copertura delle zone carenti, le Regioni possono favorire l’accettazione dell’incarico incentivando anche la disponibilità del medico e del pediatra alla continuità assistenziale o agevolando l’apertura dello studio. e risorse economiche nazionali individuate dalla normativa vigente e riferite al triennio economico 2019-2021 sono affidate alla contrattazione come da seguente tabella.
Le stesse sono finalizzate per il 30% all’adeguamento della quota capitaria direttamente assegnata dall’ACN e per il 70% alla quota variabile disciplinata negli AAIIRR.
Gli Accordi integrativi regionali. Quest’ultima, in attesa dell’AIR, è assegnata con le modalità indicate da un allegato all’ACN il quale la qualificherà riferendosi esclusivamente all’assistenza ai cronici indicando le funzioni ed i compiti dei medici e dei pediatri, gli obiettivi loro assegnati e i criteri di valutazione. La successiva sottoscrizione dell’AIR sostituisce integralmente l’operatività dell’allegato. Per lo svolgimento delle attività orarie all’interno delle Case di Comunità ai medici di medicina generale sono destinate anche le risorse, riferibili al personale convenzionato, di cui all’art. 1, comma 274 della L. 30 dicembre 2021, n. 234. La remunerazione del medico del ruolo unico a ciclo di scelta è integrata altresì con le risorse di cui all’art. 1, commi 526 e ss della L. 30 dicembre 2018, n. 145, secondo la ripartizione delle stesse definita in sede di Conferenza Stato-Regioni.
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